Visitando Napoli e la Sicilia e leggendo la sua storia mi è venuta voglia di tornare sui banchi di scuola e studiare le pagine del sussidiario dedicate al Regno delle due Sicilie, per scoprire che queste due mondi sono molto più simili e vicini di quello che pensavo e grande è l’eredità lasciata a questo territorio dalla reggenza borbonica, che, sommata alle eredità classiche, greche e latine, ha contribuito a rendere questi territori tra i luoghi più belli del mondo.

Fu Goethe, dopo un lungo soggiorno a Napoli di ritorno in Germania, a scrivere la celebre frase “Vedi Napoli e poi muori” / “Siehe Neapel und stirb!” diventata poi quasi un epiteto per la città, per sottolineare la bellezza dei monumenti, del clima, della gente, della storia; lo stesso Goethe che nel suo “Viaggio in Italia” nel 1817 scrisse “L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.'

Goethe e noi pazzi della Sicilia, di Napoli e delle isole del suo golfo.
E forse un po’ nostalgici proprio di quel Regno in cui il poeta tedesco conobbe e amò questo territorio.